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LA STORIA DI GALATI MAMERTINO

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Le Fototografie di Oggi GALATI MAMERTINO - STORIA E DESCRIZIONE DELLA CITTA' Le Fototografie di Ieri

Galati Mamertino è un grazioso paese posto a 800 metri circa sopra il livello del mare.
Galati presenta come attività economica principale l'agricoltura. Le colture prevalenti sono le nocciole, le olive, l'uva e le castagne. È presente inoltre l'allevamento di ovini grazie alle numerose aree adibite a pascolo. Ottimi sono i formaggi prodotti nella zona.
Il paese si
estende sulla valle del Fitalia e possiede una vasta area boschiva facente parte del Parco dei Nebrodi.
Il centro gravita attorno al nucleo originario il cui apice è costituito dalle Chiese di S. Luca Evangelista e del Rosario e dai rispettivi quartieri "Kiazza" e "Serro". Nella parte vecchia del paese si individuano ancora i ruderi dell'antico Castello, di origine imprecisata, situato su di una rocca dalla quale potrebbe aver preso il nome l'intero abitato (in arabo qual'at' - Galati - significa Rocca).
L'appositivo "Mamertino" invece si ricollega ad un antico popolo siculo che si professava discendente del dio Marte.
Il centro storico si articola in una serie di viuzze strette e tortuose.
Il borgo sorse in età arabo-normanna attorno a un preesistente castello. Nel 1124 Adelasia d'Aragona vi fece costruire il priorato dedicato a S. Anna, santa a cui lei era devota.
Nel 1320 fu ceduto da Federico II di Svevia, detto il Barbarossa, a Blasco Lancia e nel 1644 passò a Filippo Amato col titolo di principato. In seguito il comune divenne autonomo.
Sotto la dominazione spagnola (XVI secolo), lo sviluppo urbano avvenne fuori dalle vecchie mura perimetrali ed attorno all'attuale piazza S. Giacomo sulla quale si affacciano i bei palazzi signorili.  Per qualità architettonica emerge su tutti il Palazzo De Spuches. La loggia di quest'ultimo è attribuita al Montorsoli.
Galati conserva anche pregevoli opere d'arte di famosi artisti. Nella Chiesa Madre di S. Maria Assunta,
risalente al 1575, si trovano: a) una tela raffigurante il Martirio di Sant'Agata di Pietro Novelli, il Monrealese; b) le statue de la Trinità e de l'Annunciazione di Antonio Gagini; c) varie tele firmate e datate da Giuseppe Tresca (1753-1818) tra le quali particolarmente interessante risulta essere un San Giacomo Apostolo; una tela di Gaetano Mercurio (1774) raffigurante l'Immacolata. Nella Chiesa della Madonna del Rosario vi sono la statua marmorea della Madonna della neve di Antonello Gagini e la statua lignea di S. Sebastiano, per alcuni di origine fiamminga, per altri da attribuire ad Antonello da Messina. Nella Chiesa di S. Caterina sono custodite altre due statue lignee: il SS. Crocifisso di frà Umile da Petralia e la statua del Bagnasco.
Da sottolineare anche il Santuario della Madonna di Trofillo immerso nei negli ambienti suggestivi dei noccioleti.
Da visitare il suggestivo borgo Milè, testimonianza preziosa della cultura contadina. Interessanti anche gli antichi mulini arabi situati lungo la valle nel fosso di Milè ed in contrada Paratore dove si può ammirare il mulino ad acqua detto 'u Mulino a rancera'.
Ma la più grande ricchezza di Galati è costituita dal suo patrimonio naturale ed ambientale;
la città, infatti, è attraversata, in larga parte dal Parco dei Nebrodi e, quindi, sono tanti i luoghi caratterizzati da particolare bellezza come per esempio la stupenda Cascata del Catafurco e il bosco di Mangalavite.
Di particolare interesse architettonico sono i resti del Castello di fattura arabo-normanna.

EVENTI ANNUALI

Festa patronale di S. Giacomo (13 agosto)

 

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